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Ogni incontro del ciclo è stato preceduto da un laboratorio, una discussione sui temi tra giovani ricercatori, studenti e docenti italiani e svizzeri, sviluppando una partecipazione attiva e collettiva all’elaborazione delle linee di ricerca de
I Confini del Diritto.

(Il resoconto della discussione del 18 giugno 2015 verrà caricato a breve)

Autore ignoto, Bassorilievo raffigurante la «Landsgemeinde», XVIII sec.

Democrazia diretta, democrazia rappresentativa, processi costituenti

con
Hanspeter Kriesi
Chantal Mouffe
Raul Sánchez

26 giugno 2015
ore 17.30
Istituto Svizzero di Roma
via Ludovisi, 48

Video integrale della conferenza

Una strategia dei diritti adeguata ai tempi della crisi della rappresentanza: è questa la prospettiva che vogliamo indagare. Se ci volgiamo indietro, scorgiamo come le forme della democrazia moderna nei paesi occidentali si sono essenzialmente configurate in base al principio di rappresentanza. I partiti politici nel Novecento sono stati il mezzo che ha veicolato gli interessi del demos dentro la sfera del kratos. Una democrazia rappresentativa, dunque, ma anche uno Stato dei partiti. L’espressione diretta del popolo poteva fungere da contrappeso, legittimava − il giorno delle elezioni − i rappresentanti e i partiti che del potere erano i reali titolari. In caso, un referendum poteva servire a risolvere una questione per via di partecipazione diretta degli interessati e non tramite le logiche consuete della mediazione politica e partitica. Ma, in fondo, anche in tal modo si legittimava la nostra democrazia (essenzialmente) rappresentativa. Ora, nulla è più come prima. Crisi della rappresentanza, dei partiti, degli stessi strumenti di partecipazione tradizionali, radicale trasformazione della sfera pubblica. Quel che si scorge è una forma diversa di democrazia che viene “dal basso”, capace di sfidare la pretesa autonomia del politico e la degenerazione delle forme di governo. L’interesse per la tematica democratica si rinnova grazie ai movimenti reali, come dimostra il ciclo di lotte del 2011, da Occupy al 15M spagnolo. Chiediamoci allora: ci troviamo di fronte a una forma alternativa o che può convivere con la democrazia (rappresentativa) che abbiamo sin qui conosciuto? Se, come si sostiene, la democrazia non può essere confinata alla sfera deliberativa, come intendere, politicamente, la sua intrinseca natura conflittuale?